Philomena: perchè non darò mai un’educazione cattolica a mio figlio

Alcune settimane fa ho visto il film Philomena (http://youtu.be/ZI3dvBVuyQU), e per lo sgomento della drammatica storia di questa madre alla quale fu strappato il proprio figlio dalle suore  del convento di Rosecrea, la prima cosa che mi sono ripetuto all’uscita del cinema è stata: “non darò mai un’educazione cattolica a mio figlio”.

La storia inizia in Irlanda, nel 1952. Philomena Lee, ancora adolescente, resta incinta. Cacciata dalla famiglia, viene mandata al convento di Roscrea. Per ripagare le religiose delle cure che le prestano prima e durante il parto, ed espiare il proprio peccato, Philomena lavora nella lavanderia del convento e può vedere suo figlio Anthony un’ora sola al giorno. A tre anni Anthony le viene rubato e dato in adozione a pagamento ad una coppia di americani. Per anni Philomena cercherà di ritrovarlo, ma invano per via del depistamento delle suore irlandesi. Cinquant’anni dopo incontra Martin Sixmith, un disincantato giornalista decisamente laico, e gli racconta la sua storia. Martin la convince allora ad accompagnarlo negli Stati Uniti per andare alla ricerca di Anthony.

Judie Dench è una straordinaria e disincantata protagonista. Interpretazione davvero strabiliante. Quello che più ha colpito un ateo come me, è la potenza della fede di questa donna credente, alla quale viene strappato e venduto il figlio, e dopo 50 anni di inganni e la tragica notizia, le prime parole che riesce a pronunciare di fronte alla suora che le ha ordito l’inganno sono: “io suora la perdono…” “essere perennemente arrabbiati deve essere estenuante”.

Un efficace affresco dei valori e dei disturbi della fede cattolica.

Da vedere.

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