La mia dedica per il matrimonio di Marta e Gianluca

Mi è stato chiesto dagli sposi di pronunciare alcune parole per questa occasione, che per me è tanto insolita quanto speciale.
Come ben saprete, ciò che mi lega alla mia zia “Monnesi” non è solo un vincolo di sangue, ma è un legame di affetto sincero, che nasce anche da una sintonia sedimentata e cresciuta via via negli anni.

Lei è sempre stata presente nei momenti importanti della mia vita, ed oggi io sono lieto di avere un ruolo in questo suo momento speciale.

Per me si tratta della prima volta che sono chiamato a celebrare un matrimonio e mai mi sarei aspettato che coincidesse con quello della Marta. A dire il vero, se un anno fa non fossi diventato Consigliere comunale e il Real Lugo non avesse vinto la Champions, forse non saremmo qua… giusto Gianluca?

Ma di prime volte io e la mia Zia Monnesi ne abbiamo avute tante.

E’ con lei che per la prima volta ho viaggiato in tre a bordo di un CIAO della Piaggio, io in piedi sulla pedana, Chiara seduta nel porta pacchi e Marta a far da pilota, tutti rigorosamente senza casco.
E’ per lei che da bambino mi sono messo a tifare per il più grande giocatore di calcio di tutti i tempi, Diego Armando Maradona.
E’ accompagnando lei che ho visto il mio primo concerto musicale, seduti nel prato dello Stadio di Cesenatico ad ascoltare “quella sua maglietta fina…” di Claudio Baglioni.
E’ per un’idea della Marta che per la prima volta a 7 anni mi sono fatto crescere il codino… manco fossi Roberto Baggio.
E’ sempre per una sua idea che per la prima volta a 14 anni misi l’orecchino.
E’ con lei che per le prime volte a 8-10 anni sono uscivo di sera senza i miei genitori, e Marta mi portava a mangiare i crostini al Bistrò di Cesenatico.
E’ con lei che per la prima volta ho assaporato la potenza e la velocità del propulsore Turbo, peccato che la macchina che si trovava alle spalle della sua Golf grigia, scompariva in una scia nera di gasolio inquietante e pericolosamente inquinante.
E’ grazie a Marta che per la prima volta ho odiato profondamente un cantante: Zucchero Fornaciari, perché me lo faceva ascoltare ogni santo giorno per una estate intera nello stereo della Golf.
E’ insieme a lei che ho “appicciato” il mio primo incendio, quando dopo aver sgomberato insieme la capanna dietro casa dagli scampoli di stoffa nascosti dalla nonna, abbiamo avuto la brillante idea di bruciare tutti insieme i rifiuti, e per poco non demmo fuoco anche alle case dei vicini.
E’ con lei che per la prima volta sono rimasto in panne in autostrada… io le chiedevo “Marta, ma secondo te ci arriviamo a casa visto che la spia segna riserva?” e lei rispondeva con sicumera certezza “Ma sììììììì, la spia non ha mai funzionato bene”. Alla fine, manco a dirlo, rimanemmo bloccati in una piazzola dell’A14, senza gasolio.
È sempre in quella occasione, che partecipai al mio primo raggiro ai danni di un onesto benzinaio, al quale Marta promise spergiurando che avrebbe riportato la tanica del gasolio, che ci serviva per far ripartire la macchina ferma in autostrada…e invece la Monnesi appena risaliti in macchina, mi confessò che non ci aveva mai nemmeno pensato di restituirla quella tanica…
E’ con lei che ho preso il vizio della prima colazione al bar, quando per convincermi ad accompagnarla alla UIL di Gambettola, mi arruffianava con una colazione alla Palazeta.
E’ grazie anche a lei se ho imparato i segreti di guida e soprattutto dei parcheggio dei “Montesi”.
E’ con lei e con il parentado che per la prima volta abbiamo passato tante serate divertenti a chattare su ICQ, in cui noi si fingeva sempre di essere qualcun altro.
E’ grazie a lei e ai suoi sempre generosissimi regali in denaro, se mi sono potuto pagare tanti vizi sin da bambino: l’abbigliamento da paninaro, il primo kit di piatti e mixer da DJ, la prima montain bike, e tanto tanto altro ancora…
E’ per una idea della Marta che ho provato il primo “lavoro da garzone”, durante la stagione delle denunce dei redditi nel seminterrato della UIL di Cesena, quando mi piazzava dietro le stampanti ad aghi per sistemare e sbandellare i fogli.
Infine, è anche a lei, che proprio 11 mesi fa, per la prima volta le presentavo Ryan, in piedi nel corridoio dell’ospedale Bufalini in piena notte, proprio la prima volta che anche io lo prendevo in braccio.

Insomma… tante e tante, prime volte INSIEME, che testimoniano che MARTA è una zia speciale, una NUMERO UNO.

Ma la Marta per la prima volta mi ha trovato anche uno zio nuovo di pacca come Gianluca.

Anche con lui per la prima volta ho imparato ad apprezzare il subbuteo, anche se allo zio Gianluca piace più comprare le squadre su Internet che non tirare di ciccotti.

E’ con lui che ho imparato i segreti per fare un buon sito web, segreti prontamente utilizzati per il sito del Ronta Football Club e le magie del fotoritocco.

E’ con lui che ho debuttato in Champions League… quella degli amatori di calcio.

E’ per beccare Gianluca che fatto i primi appostamenti dietro la siepe, mentre passava a prendere furtivamente la Marta a casa. Peccato che vedessimo sempre e solo la pelata dal vetro della sua Multipla blu.

Insomma una copia di numeri UNO.

Mi auguro davvero che anche Ryan sia tanto fortunato, ad avere una o più zie, come io ho avuto Marta, che è stata protagonista in tante prime volte della mia vita.

Chiudo questa mia dedica come tradizione, leggendovi alcune frasi di un celebre autore, augurando agli sposi MARTA e LUCA che queste parole possano essere di ispirazione come lo sono per me e siano di buon auspicio per il loro matrimonio laico e civile.

LA FAMIGLIA È LA PATRIA DEL CUORE. Vi è un Angelo nella Famiglia che rende il compimento dei doveri meno arido, i dolori meno amari. Le sole gioie pure e non miste di tristezza che sia dato all’uomo di godere sulla terra, sono, grazie a quell’Angelo, le gioie della Famiglia.

Chi non ha potuto, per fatalità di circostanze, vivere, sotto le ali dell’Angelo, la vita serena della famiglia, ha un’ombra di mestizia stesa sull’anima, un vuoto che nulla riempie nel cuore…

La Famiglia ha in sé un elemento di bene, raro a trovarsi altrove, la durata. Gli affetti, in essa, vi si stendono intorno lenti, inavvertiti, ma tenaci e durevoli, come l’edera intorno alla pianta: vi seguono d’ora in ora: s’immedesimano taciti colla vostra vita.

Gli affetti, Voi spesso non li discernete, poiché fanno parte di voi; ma quando li perdete, sentite come se un non so che d’intimo, di necessario al vivere, vi mancasse.

L’ANGELO DELLA FAMIGLIA E’ LA DONNA. Madre, sposa, sorella, la Donna è la carezza della vita, la soavità dell’affetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sull’individuo della Provvidenza amorevole che veglia sull’Umanità…

La Famiglia sempre santa, e inanellata sempre alla Patria, ha questa missione. Ciò che la Patria è per l’ Umanità, la Famiglia deve esserlo per la Patria. Com’io v’ho detto, che la parte della Patria è quella d’educare uomini, così, la parte della Famiglia è quella d’educare cittadini.

Famiglia e Patria sono i due punti estremi d’una sola linea. E dove non è così, la Famiglia diventa Egoismo, tanto più schifoso e brutale quanto più prostituisce, sviandola dal vero scopo, la cosa la più santa che ha, gli affetti.

Amate, dunque, rispettate la donna. Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali.

Cancellate – dice rivolgendosi agli uomini – dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna.

Non esiste disuguaglianza fra l’uno e l’altra; Abbiate dunque la Donna … eguale nella vostra vita civile e politica. Siate le due ali dell’anima umana verso l’ideale che dobbiamo raggiungere.
La Bibbia Mosaica recita: “Dio creò l’uomo, e dall’uomo la donna”. Ma la vostra vera Bibbia, la Bibbia dell’Avvenire dirà: “Dio creò l’Umanità, manifestata nella donna e nell’uomo”.

Infine, Amate I FIGLI che la provvidenza vi manda: ma amateli di vero, profondo, severo amore. Non dimenticate mai che voi avete in cura le generazioni future, che avete verso quelle anime che vi sono affidate la più tremenda responsabilità che l’essere umano possa conoscere: voi dovete iniziarle, non alle gioie o alle cupidigie della vita, ma alla vita stessa, ai suoi doveri, alla legge Morale che la governa.

E potete educare con la parola. Parlate loro di Patria, di ciò ch’essa fu, di ciò che deve essere. Instillate nei loro giovani cuori, non l’odio contro gli oppressori, ma l’energia di proposito contro l’oppressione.

Erano alcuni passaggi de “I doveri dell’Uomo”, libro scritto da Giuseppe Mazzini nel lontano 1860, nel quale, tuttavia, molte cose che al tempo in cui Mazzini le scriveva, sembravano arditi sogni, coloriti di generosa utopia, si sono poi verificati e sono state le maggiori conquiste non solo per l’Italia, ma per tutto il genere umano.

Paolo Montesi

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Foto by Pierre

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