Facciamo luce sull’ASL UNICA ROMAGNA

Oggi pomeriggio si terrà un Consiglio Comunale aperto per dibattere insieme a forze politiche e parti sociali di ASL Unica Romagnola.

Si parla del processo di fusione delle 4 ASL della Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini) che ha già una data di start fissata: il 1′ gennaio 2014. Il processo é già stato ampiamente impostato dalle strutture tecniche ed in termini operativi é oramai in dirittura d’arrivo.

La Legge regionale di inquadramento é appena arrivata e la RoadMap é stata concordata dai Sindaci, salvo le critica sollevata dal solo Roberto Balzani.

A onor del vero il processo é stato voluto, quasi unicamente dal PD, mentre restano fortemente contrarie SEL, PRC, IdV e  M5S, PDL, Lega Nord.

I soli che hanno da anni ostentato il supporto all’Area Vasta della Sanità in Romagna, sono stati proprio i Repubblicani, e in particolare a Cesena.

Si può imputare al PD scarsa trasparenza e scarsa ricerca di una condivisione popolare sugli obiettivi di razionalizzazione e di risparmio, su valutazioni quantitative e qualitative delle prestazioni offerte.

Nei mesi scorsi abbiamo assistito sempre alle solite diatribe interne al PD, dove lo slogan era: “la ASL Unica Romagna” é la via obbligata per risparmiare risorse con le aggregazioni del personale amministrativo.

Un po’ pochino… Troppo poco ambizioso l’obiettivo.

Premesso che il mantenimento dell’assistenza sanitaria universale sará nel prossimo futuro la fondamentale questione politica da affrontare, e che il modello attuale non é sicuramente sostenibile in futuro, noi chiediamo al PD di avere più coraggio.

La Ausl unica Romagna, non é un obbligo (non ce l’ha ordinato il medico) ma un processo da percorrere con convinzione, per passare da una logica in cui “tutti fanno tutto” (con duplicazioni, scarsa specializzazione, inefficienze utilizzo della produttività delle strutture ospedaliere), a una logica in cui i servizi di assistenza saranno garantiti in prossimità (non per forza sotto casa), mentre le prestazioni diagnosticate saranno centralizzate e quelle specialistiche saranno offerte presso la struttura più competente all’interno dell’Area Vasta (con medesimi costi, maggior specializzazione e produttività ottimizzata).

Il processo avrà tanto più successo se sarà supportato da una comprensione dei cittadini, che il disagio del cambiamento sarà ripagato domani se l’aggregazione sarà realizzata con serietà e renderà sostenibile  l’universalità dell’assistenza sanitaria.

Sarà il PD capace di portare questo processo dalle segrete stanze di partito alle piazze dei cittadini? Dopotutto questa é la Politica.

Noi siamo pronti a far sentire la nostra voce e se serve a dare manforte su questa battaglia, come sempre nell’interesse della collettività e del nostro Paese.

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