Ecco cosa ho imparato (molto modestamente e sbattendo parecchie volte il muso) nei primi due anni da papà del mio piccolo Re (Ryan):
– Keep Calm and ASILO NIDO (noi adoriamo le regole e l’affetto che le dade e la psico-pedagogista dell’asilo nido “Be Baby“ stanno dando al nostro bimbo). I bambini che crescono “in comunità” sono più autonomi, precoci e sanno socializzare meglio;
– parlate tanto con gli altri genitori e coi vostri genitori. All’inizio si hanno tante piccole gigantesche paure… Parlando con altri genitori tutto viene ridimensionato, e le nostre assurde paranoie sembrano davvero più comuni del previsto;
– non fate gli eroi: nel momento del bisogno, prima di crollare sotto stanchezza, litigi e nevrosi, alzate la mano: fuori ci sono tante più persone, disposte ad aiutarci, di quelle che crediamo;
– l’amore per i figli è diverso, inimmaginabile e totalizzante: alcuni si innamorano a primavista dei figli… non tutti. Alcuni neo-genitori hanno bisogno di più tempo. Così come ogni bambino ha i propri tempi, altrettanto credo che ogni genitore abbia i propri tempi per maturare un rapporto coi figli;
– fate tante foto e video: i primi anni volano senza che ve ne siate accorti, e i bimbi si trasformano di giorno in giorno. Ogni istantanea vi aiuterà a ricordare tutte le emozioni (scrivere un diario sarebbe il massimo, ma chi ha tempo?);
– i figli sani sono perfetti: i figli con problemi di salute probabilmente lo sono ancora di più…;
– il tempo da trascorrere coi figli, si conta. È una balla quella che conterebbe solo la qualità del tempo (“ci sto poco, ma mi dedico appieno…”);
– frequentate il “corso di disostruzione vie aeree pediatriche” e quando mangia siate sempre presenti (al bando monete, pile, noccioline e stracciate le fibre della carne);
– il pediatra è lì per aiutarci nella malattia e ascoltare tutte le nostre domande, ma ricordate… Siamo noi genitori quelli che conosciamo meglio di tutti i nostri figli;
– i bambini hanno estremo bisogno di routine, abitudini, regole e orari. Tutti i sacrifici dei genitori, dade e nonni per dare regole certe ai bambini saranno ripagate. È dura, programmare queste piccole belve, tutte le sere con la stessa routine (giochi, bagnetto, pigiama, latte e buonanotte), ma alla lunga funziona. Se la notte si dorme siete a cavallo;
– non cedete il lettone… Nemmeno se fa più piacere ai genitori, che ai figli. Ognuno deve dormire e riposare nel proprio letto. Più di qualche notte insonne per rispettare questo caposaldo, è un investimento per la salute di tutta la Famiglia (facile a dirsi, ma i pianti di notte sono davvero insopportabili… e ci vuole fortuna e costanza);
– i bambini nascono senza vizi (specialmente riferiti al sonno, stare in braccio, rapporto col cibo). Siamo noi genitori a dare vizi ai bambini. Noi cerchiamo di chiarire sempre a Ryan cosa non si può fare. Se noi codifichiamo un comportamento corretto e manteniamo ferma la direzione, lui continua senza problemi.
– il miglior alleato del babbo? La mamma (mai contraddirsi a vicenda… Quelle piccole canaglie sono sempre pronte ad estorcere una concessione negata dall’altro genitore);
– dialogare, dialogare e ancora dialogare con la mamma. Affrontare ogni passaggio insieme è fondamentale: rafforzerete la coppia e vi rassicurerete su ciò che capiterà al bambino;
– spiegare, rispiegare e spiegare ancora, sempre con calma (…anche alla centesima volta) cosa NON si può fare. Alzare la voce e strillare innervosisce inutilmente il bambino. “Perché no”, NON funziona. Meglio offrire un’alternativa percorribile al bimbo;
– tenere a freno le mani, anche quando prudono fortissimo: il rispetto si conquista solo con l’autorità, non con la forza;
– i capricci son solo capricci, e si capisce. Anche se costa tanta fatica, il modo migliore per farli smettere di piangere è ignorarli;
– nel confronto/dialogo occorre sempre “alzarsi” al livello del bambino, fisicamente (meglio inginocchiarsi e guardarli dritti negl’occhi) e lessicalmente (parole semplici e ben scandite);
– non assillate i bambini con l’ansia del cibo. Forzare la pappa, spesso sortisce l’effetto contrario (noi siamo stati molto fortunati… Ryan ha un grande appetito). Quando c’è la pappa NON si gioca e si sta a tavola (per capire basta trascorre un giorno all’asilo nido);
– i figli non sono tutto: esistete anche come coppia e come individui. Prendersi degli spazi di autonomia dai figli fa bene a tutti: genitori e figli;
– fate il tifo per vostro figlio e festeggiate rumorosamente le loro piccole conquiste. L‘autostima è importante;
– ballate, cantate, leggete le fiabe e andate in libreria coi bimbi. Se pensate di non esserne capaci, tranquilli. Voi siate solo disponibili e loro vi guideranno;
– la Tata Lucia (quella della TV) ha quasi sempre ragione;
– tenere a debita distanza gli esterni: nonni, zie e amici sono fondamentali e importantissimi per la crescita del bimbo, ma le decisioni sull’educazione vanno prese dai genitori, e vanno difese dalle interferenze di tutti (meglio sbagliare qualcosa e crescere);
– il ciuccio è essenzialmente un tappo. Dio benedica il suo inventore;
– baci e abbracci #nolimits: io bacio e abbraccio Ryan continuamente, e gli dico costantemente che il babbo e la mamma gli vogliono tanto tanto bene. Non so se lui si senta davvero amato, ma spero che tutto il nostro affetto gli faccia capire che nella buona e nella cattiva sorte, noi ci saremo sempre per lui.
Se sarò davvero #unbuonpapà, lo dovrò principalmente a Giorgia, che è un mamma formidabile e una compagna che sa tirare fuori il meglio di me.
#SperiamoCheLaProssimaSiaFemmina