La legge elettorale s’ha da fare.
Gli italiani attendono da 10 anni di riformare il Porcellum. Ogni Governo dal 2008 ha dichiarato che era prioritario riformarla.
La Consulta nel 2014 l’ha dichiarata incostituzionale e ora Paese è senza legge elettorale. È urgente e fondamentale per il sistema politico riformarla ORA. Renzi non deve cedere al ricatto della minoranza PD, dopo aver investito tante energie per condividere anche con Berlusconi le riforme costituzionali.
S’ha da fare. Ora, o meglio che cada il Governo e si vada al voto. In ballo c’è la tenuta del fragile sistema Renzi.
Per il PD è anche un’occasione storica, perché l’Italicum, applicato ad un sistema tripolare, polarizzato e frammentato, si aggiudicherebbe un vantaggio di posizione fenomenale e salvo suicidi (a cui il PD di Bersani ci aveva abituato) può governare per i prossimi 15 anni, salvo che la destra non sappia riorganizzarsi e ripensarsi.
S’ha da fare. Ora, o meglio che cada il Governo e si vada al voto.
L’Italicum fa schifo. Assegna il Governo ad una minoranza qualificata o peggio (al ballottaggio), roba che nemmeno la
Legge Truffa faceva. Al contempo la soglia di accesso al 3% mantiene un sistema frammentato. Uccide il centro (da sempre la parte migliore del Paese) e lo incentiva a mischiarsi coi poli. Non assicura la governabilità, ma la vittoria di una lista. Che è diverso. Non introduce le preferenze, fatto che fa ridere se pensate alle passate battaglie di PD e NCD. Ma non esiste una legge elettorale perfetta (altrimenti tutti i Paesi avrebbero la stessa), esistono buone regole che favoriscono la tenuta democratica del sistema e lasciano aperte le porte all’alternanza. Io avrei preferito una scelta più radicale: o proporzionale (alla tedesca) o doppio turno alla francese. Ma l’Italia non è da tempo il mondo dei sogni. Ci dovremo accontentare della speranza che Matteo Renzi riesca a smuovere le acque, risultato dove Prodi, Monti e Letta hanno fallito.
S’ha da fare. Ora, o meglio che cada il Governo e si vada al voto col Consultellum.